Luigi Bosio vede la luce in Sardegna nel 1979, inizia a fotografare con la camera di Indiana Jones regalata nel nevoso Natale dell’85 sinchè nel 1993 ha la fortuna di convincere Tatiano Maiore ad essere il suo primo maestro di fotografia. Poi seguirà corsi e scuole d’arte e mestieri che lo conducono a Roma dal rinomato Istituto Superiore Di Fotografia e Comunicazione Integrata alla popolare “Ettore Rolli” e che si concludono dopo molti scatti nel 2002 con un Master di Fotogiornalismo alla Scuola Permanente di Fotografia Graffiti. Li inizia la sua collaborazione come reporter freelance con la Graffiti Press Photo Agency di Rolando Fava e Gianni Pinnizzotto a Roma. Dall’anno successivo abbandona la capitale e inizia ad accompagnare nei viaggi sempre più frequenti la sua nuova macchina fotografica spingendosi dall’Europa più fredda al mediooriente sino in Guinea, dove resterà incantato sia dai colori caldi che dai bianconeri dei paesaggi umani e si tratterà e insisterà a ritornare per tanti lunghissimi mesi e migliaia di metri di pellicole perforate 35mm e i primi pochi e rumorosissimi megapixel.

Nel 2007 è di nuovo in Sardegna per fondare con un gruppo di cuccioli meticci l’associazione Quattro Cani per Strada Produtzioni. Nel 2007 approda in Catalunya dove inizia a tenere corsi e workshop di ritratti e fotogiornalismi e contemporaneamente iniziando a tenere l’occhio nella macchina da presa. Arriva la cinqueddì mark due e la rivoluzione digitale ormai è compiuta. I fotografi diventano filmaker da guerilla armati di una reflex. Inizia allora ad approfondire la fotografia in movimento della settima arte sfruttando anche la fortuna di insegnare fotografia e Photoshop nelle aule delle scuole di cinema di Murmullos Producciones prima e NOU[PRO]DIGI poi a Barcellona. Nel frattempo cerca di far fruttare l’iscrizione all’albo del Col.legi de Periodestes de Catalunya continuando ad allenarsi con i contrasti sociali del fotogiornalismo per Imagen en Acción e SHOOT 4 CHANGE.

Tra le principali esposizioni “Lunisanti, Cristo e Miserere” nel 2001 a Roma e “Wontanara” presso ilocali di Villa Mercede a Roma nel 2003, successivamente esposta ai Jardins de 2 Octubre a Conakry, poi a Dakar in Senegal a Torino e Sassari. “Solidaritat” con Fabian Volti per il festival di WorldMusic Ittiritmi 2005, “Vita di bambola” e “Certi Bambini” al Pou de la Figuera e al Convent de Sant Agustí a Barcellona tra il 2009 e il 2011. Sempre nel 2011 la mostra “Immigrants Indignats” nella biblioteca Francesc Boix di Barcellona e nella collettiva “Diversità Urbana” nella Galleria Alberto Sordi di Roma e alla Stazione Centrale di Milano.

Ha diretto la fotografia, aiutato alla regia, postprodotto, montato filmato o colorato molti cortometraggi , tanti videoclip e qualche lungometraggio dalla “Diosa Laia” girata nel 2013 all’ “Amigo Invisible” del 2022.

Attualmente, quando non sta cercando di fare luce su cose invisibili, collabora ai progetti cinematrografici di Roda Film e alle molteplici attività creative della 4Caniperstrada produtzioni tra cui il bellissimo Festival di Cinema Documentario e Fotografia Asincronie.

Ogni tanto si chiude ancora nella camera oscura.

Non è mai andato a New York.